CENNI STORICI: Il Sermenghi ha individuato in prossimità del paese una città dal nome di Muzzare, che potrebbe essere l’antica Bivona. Il nucleo originario risale alla dominazione araba. Alla fine del XII sec. è attribuito come feudo a Federico Campo, cavaliere d’origine lombarda, capo maestro della Real Casa di Enrico VI e maggiordomo della regina Costanza. La famiglia Campo avrebbe ottenuto la Signoria di Bivona durante la monarchia sveva e l’avrebbe perduta nei primissimi anni del regno di Carlo D’Angiò (1266-1288). Bivona fu feudo dei Chiaramente, dei Peralta e dei Luna; pagò un grosso tributo di sangue durante il”Caso Sciacca”. Nel 1554 divenne città ducale e si arricchì di chiese e monasteri. Ospitò anche i Gesuiti che ne fecero una città di studi.

SUPERFICIE: Kmq 88,60

DISTANZA DAL CAPOLUOGO: Km 65

ABITANTI: 5.070 (Bivonesi)

MUNICIPIO: Piazza Ducale 1; Tel 0922986505; Fax 0922983123

 

MONUMENTI E OPERE D’ARTE

Castello
Nel 1299 a Bivona esisteva un castello che ben presto si dimostrò inadeguato, se Fra Michele da Piazza riferisce che intorno al 1360 era stato riedificato. Nel 1600 rimaneva l’arco maggiore del castello, fregiato di uno scudo in cui era raffigurata l’insegna con i monti attribuibili alla famiglia Chiaramonte.

Chiesa Madre (XVII sec.)
E’ dedicata alla Mater Salvatoris e fu fondata dalla famiglia Chiaramonte. La chiesa è in stile romano ad unica navata, con cappelle laterali di stile barocco con stucchi rivestiti d’oro zecchino. Tra le opere d’arte vanno evidenziate la tela di S. Ignazio con S. Francesco Saverio, la Madonna del Lume del Settecento, il singolare altare delle reliquie detto anche degli specchi. Ed ancora il simulacro ligneo del Crocifisso nero del secolo XVI ritenuto miracoloso, la statua marmorea della Madonna col Bambino attribuita al Gagini, che sovrasta il presbiterio centrale, ed un antico fonte battesimale del secolo XIV. Gran parte di queste pregevoli opere d’arte provengono dall’antica chiesa Madre.

Chiesa di S. Rosalia (XIV sec.)
E’ dedicata alla Patrona di Bivona; nel 1624 i bivonesi, convinti che la Santuzza li avrebbe preservati dall’infezione del colera, la proclamarono patrona di Bivona ed ingrandirono l’antica chiesa. Sono da ammirare la statua e la vara di S. Rosalia, scolpiti dal sacerdote bivonese Ruggero Valenti.

Chiesa dell’Annunziata e l’annesso convento dei Carmelitani (XIV sec.)
Oltre al portale Cinquecentesco sono d’ammirare un trittico di tele di Giuseppe Salerno (Zoppo di Gangi); uno raffigura la presentazione di Gesù Bambino da parte di Maria Vergine, il secondo quadro attualmente si trova nella Chiesa Madre e rappresenta la visita fatta da S. Pietro a S. Agata mentre questa era in prigione; il terzo, del tutto singolare, mostra un miracolo di S. Elia.

Cappella Madonna “La Sprescia”
Fu fatta edificare da una donna che rivolgendosi alla Madre celeste la pregò di sprisciarsi (fare presto) a fare uscire dal carcere il suo marito. Nello stesso istante che invocò la Madonna sentì una voce che le diceva che il marito era libero. La donna, costatato l’accaduto, fece erigere la cappella e durante lo scavo fu trovato una immagine della Madonna con il bambino che fu posta dentro l’edicola.

Cattedrale antica
La sua costruzione è attribuita a Giovanni Chiaramonte (1374), allorchè questi fu insignito da Federico IV (1342 – 1374) della Signoria di Bivona. Il portale è di stile arabo-siculo. Sono ancora esistenti, oltre al portale, i due tipi di archi acuti, eleganti e slanciati; il tutto è stato riconosciuto monumento nazionale.

Collegio della compagnia di Gesù e chiesa S. Maria Maddalena (XVII sec.)
Appartenne ai Gesuiti. Nella chiesa si conserva un tesoro di reliquie sacre, che il Pirri sostiene donate dal vicerè Vega. Si conserva anche la tomba di Isabella moglie del Duca De Luna.

Chiesa di S. Paolo                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                   Sorge sulla piazza omonima; annesso alla chiesa c’era il monastero delle Benedettine, che fu ingrandito alla fine del Seicento. Nell’occasione venne realizzato un portale barocco con colonne tortili, mascheroni che si intrecciano con ghirigori e due scudi a bassorilievo con le immagini di S. Benedetto e Santa Scolastica.

Chiesa dei cappuccini (XVI sec.)
Fu costruita su un sito di una piccola chiesa dedicata a S. Filippo e a S. Giacomo. Oggi è dedicata solo a S. Giacomo. La chiesa è molto semplice, come nello stile dei Francescani. Da ammirare una tela, attribuita a Giuseppe Salerno, che raffigura S. Maria degli Angeli con i Santi Filippo e Giacomo, S. Francesco e S. Caterina.

Palazzo Greco (XVII secolo)
La facciata evoca alla mente il barocco siciliano. Di particolare interesse è l’angolo occidentale del caseggiato, dove otto cariatidi sorreggono le lastre che compongono la balconata, dalla caratteristica inferriata con la bombatura rivolta all’esterno.

Diga Castello
Con i suoi 18 milioni di metri cubi d’acqua, vera fortuna locale, ha consentito la nascita di frutteti specializzati.

Castello del Barone Pucci
Posto nella zona a monte di Bivona conserva dei ruderi. Pare che l’edificio fu abbandonato in quanto era preda nella notte di un fantasma.

 

TRADIZIONI E FESTE: Settimana Santa, Crocifisso, Rosalia, Pescabivona.