DENOMINAZIONE: Riserva Orientata Monte Genuardo e Santa Maria del Bosco

SUPERFICIE: 2.552,91 Ha di cui 1683,33 in zona A e la rimanente superficie di 869,58 Ha in zona B

PROVINCIA: Contessa Entellina – Sambuca di Sicilia – Giuliana

ENTE GESTORE: Azienda delle Foreste Demaniali della Regione Siciliana

DATA ISTITUZIONE: 25 luglio 1997

 

STORIA

Il massiccio di Monte Genuardo, elevato a Riserva naturale orientata dalla Regione siciliana, si estende per gran parte nella provincia di Palermo e, per una superficie minore, nella provincia di Agrigento. Gli Arabi riconoscendo la floridezza del suo territorio battezzarono la montagna Gannart al-ard (Monte Genuardo), cioè terra del paradiso.

La presenza di alcuni siti archeologici di grande rilievo dimostrano come l’intero territorio sia stato antropizzato fin da epoche remote. La prima testimonianza storica dell’intera area è stata riportata dal monaco olivetano dell’Abbazia di S. Maria del Bosco, Olimpio da Giuliana.

Il monastero di Santa Maria viene indicato come “Calatamauro” ed il bosco di Calatamauro, che anticamente era parte integrante dell’intero territorio, in seguito a delle transazioni fu suddiviso in tre feudi: Pomo, Gorgo e Santa Maria.

Si deve agli Aragonesi l’avere legato a baronia il feudo di Calatamauro in quanto appannaggio esclusivo della famiglia della famiglia reale. Re Ferdinando ebbe cura di fare infittire il bosco con piante da frutto; furono introdotti così alberi di pero, melo sorbi, nespole, lazzeruoli, corbezzoli, ecc.

 

LA FLORA

L’ambiente della Riserva, ed anche della pre-riserva mantengono ancora aspetti di naturalità; le attività agricole e pastorali che si esercitano nell’area limitrofa alla riserva hanno mantenuto nel tempo la loro originaria destinazione. Le aree boschive sono costituite da alcune formazioni naturali, frammiste ad essenze introdotte dall’amministrazione forestale regionale quali il pino Domestico, il pino d’Aleppo, ed il cipresso Comune.

La presenza di queste essenze è localizzata nelle contrade poste tra le rovine di Adranone e la Castagnola, fino ad arrivare in prossimità del bosco del Pomo nel quale si rinvengono degli interessanti nuclei di Leccio e Roverella ai quali si associano numerosi arbusti frutici e suffrutici, quali i cisti, le eriche, il Mirto, il Corbezzolo, e alcune specie lianose (Smilace e Tamaro).

Tra le specie arbustive si rilevano il Pungitopo, l’Edera, il Falso pepe montano, il Biancospino, la Rosa canina ecc.

Nelle aree della riserva caratterizzate da aspetti vegetazionali fortemente degradati si rinviene l’Ampelodesmos mauritanicus.

Nel suo complesso la flora della Riserva naturale comprende circa 500 specie di piante ascrivibili a 70 famiglie.

 

 

Come si raggiunge:

Scorrimento veloce Palermo – Sciacca, dopo l’uscita dello svincolo per Sambuca di Sicilia, procedendo in direzione della località di Adragna, centro turistico di Sambuca;

Strada Statale 188 Palermo – Ribera, bivio di Bisacquino o Chiusa Sclafani continuando, quindi, per il bivio della contrada di Catrini – Contessa Entellina.

 

LA RISERVA

Istituita nel 1997, la riserva, estesa oltre 2500 ettari, ricade nella zona dei Sicani tra le province di Agrigento e di Palermo. La riserva merita di essere visitata sia per le sue notevoli attrattive naturalistiche, che per la presenza del sito Archeologico di Adranone (VI – III sec A.C.) e per l’Abbazia di Santa Maria del Bosco (1455).

Percorrendo i sentieri che l’attraversano, si potranno ammirare testimonianze dell’antica civiltà contadina (marcati, bevai, neviere) ed un suggestivo paesaggio caratterizzato da boschi naturali di leccio e roverella e dalle caratteristiche formazioni rocciose originate da movimenti franosi che hanno originato imponenti corpi rocciosi separati da profondi canali.

 

Punti d’interesse turistico:

L’Abbazia di Santa Maria del Bosco

Costruita nel XIII secolo, deve il suo nome al ritrovamento, da parte di alcuni eremiti dell’effige della Madonna all’interno del cavo di un albero nel bosco. Distrutta completamente nel 1643, fu ricostruita su progetto del Vanvitelli nel 1757.

Il sito archeologico di Monte Adranone

Insediamento greco – punico del VI – III sec A.C. sorge a 1000 metri sul livello del mare. Gli scavi, iniziati nel 1968 hanno portato alla luce la necropoli, le mura di cinta e vari settori dell’area suburbana tra cui il quartiere artigianale.